Luca Coser, Pietro Finelli e Daniele Galliano hanno la presunzione di rinnovare una riflessione sulla pittura e sull’arte che seppur contemporanea, arriva da lontano, e che rivendica un modo particolare di indagare il reale, niente affatto obsoleto.
Il titolo della mostra cita New York Stories un film collettivo del 1989 costituito da tre episodi, diretti dai registi statunitensi Martin Scorsese (Lezioni dal vero), Francis Ford Coppola (La vita senza Zoe) e Woody Allen (Edipo relitto), dedicati alla città di New York.
La ricerca pittorica sviluppatasi negli anni ’80 e poi in parte proseguita nei primi anni 90, nasce, come afferma il critico americano Jerry Saltz, “molte volte e in molti luoghi degli anni 70”. Gli anni ’80 in arte non hanno sentito l’esigenza di “rompere” con il decennio precedente bensì di far fruttare le conquiste avvenute. L’infanzia felice dei tanti piccoli e grandi movimenti artistici degli anni 80 pur evidenziando l’ipocrisia del precedente “messaggio impegnato” non è quindi frutto di un trauma. Non solo, l’improvvisa mancanza di verità certe, di riferimenti assoluti, ha aperto a innumerevoli proposte spesso in contrapposizione tra loro, dando vita a inusuali convivenze e generando quella che è maturata come utopia: la possibilità di specifiche azioni che comprendessero potenzialmente tutte le altre.
I giovani artisti formatisi (didatticamente) in quegli anni, una volta “maturi”, fedeli a questo imperativo “multidisciplinare” e liberi da legacci ideologici, non hanno mai smesso di “cercare”. Per questo di molti di loro si può dire, citando Saltz, che “sono nati tante volte e in molti luoghi” e per questo si può affermare che la loro arte lontana da dogmi politici/culturali si misura con se stessa, in modo introverso e personale, più in un percorso da intraprendere che non in un valore da affermare.
Queste considerazioni sono alla base di Painting Stories: presentare la pittura di tre “pittori figurativi” che sempre hanno lavorato in questi termini e che, nell’urgenza di abbracciare il “generale”, hanno segnato i risultati formali e concettuali della loro ricerca, con il recupero della memoria personale e collettiva, (mai in senso nostalgico), e della citazione (mai in senso accademico), come necessità di ri-affermare e ri-costruire.
La rappresentazione figurativa che ne deriva è tendente alla fuga da se stessa, alla negazione delle proprie prerogative narrative, tende a confondere le carte, e cela mistero; gli artisti sono consapevoli che ogni immagine “libera” rimanda ad altre immagini, ogni narrazione “libera” ad altra narrazioni.
Nel complesso saranno in mostra circa 30 opere recenti dei tre artisti, tra tele e carte ed ogni artista avrà a disposizione una sala nello spazio espositivo di Villa Vallero, visitabile dal 16/11/2019 al 15/12/2019 il sabato e la domenica con orario 15-19.