Dal 14 giugno al 6 luglio, Areacreativa42 ospita a Casa Toesca il giovane artista Giacomo Modolo per la mostra personale “Ricostruzioni” a cura di Elisabetta Chiono.

La forte spinta introspettiva di Giacomo ed il suo crescente percorso professionale, hanno motivato Arecreativa42 nel realizzare questa mostra nell’ambito del progetto “Giovani curatori”. L’interesse per il suo lavoro era già stato rilevato in occasione del Premio Carlo Bonatto Minella 2013 con presidente di giuria Vittorio Sgarbi ed organizzato da Areacreativa42, quando, su più di 800 artisti, Giacomo è stato selezionato tra i finalisti under 30 con l’opera La tregua.

Caratterizzati da un’apparente falsificazione e destrutturazione della rappresentazione, i lavori di Giacomo Modolo raffigurano in realtà soggetti ed oggetti che hanno una loro vivida concretezza spaziale e figurativa.

L’artista si esprime in una sintesi di forme e colori che danno vita a figure umane contestualizzate in ambienti senza riferimenti visibili, frutto dell’immaginazione e della introspezione dell’artista.

Ne deriva una materializzazione del pensiero che si manifesta prima con il disegno, attraverso quello che lui chiama il “segno”. Segue la pittura, che conferisce forma e volume, in un perfetto equilibrio interno capace di rendere il dinamismo della composizione.

I soggetti si muovono all’interno dei quadri, in una consapevole rielaborazione e rappresentazione di racconti, esperienze e ricordi che sono stati narrati e successivamente reinterpretati nella contemporaneità.

Temi come la guerra o il fascismo sono l’oggetto delle tele, anche se momenti che l’artista non ha vissuto ma che vuole a tutti i costi rappresentare e vi riesce con incredibile lucidità, in una atmosfera di realismo e forte percezione della drammaticità delle esperienze raffigurate.

Il ruolo dell’artista si trasforma in una figura ambivalente di interlocutore passivo, ma anche di romanziere attivo che con le immagini rende partecipe di ciò che a lui è stato riferito o mostrato.

I movimenti e le posture sono grevi, i corpi pesanti, i volti sfocati sono ipnotici, e vogliono essere guardati. Siamo inevitabilmente spettatori del loro vissuto.

La mostra è un viaggio nel passato, nelle esperienze dei singoli, diventando un po’ per volta cognizione del presente ed un insegnamento per il futuro, così che la memoria storica continui a rivivere.

Il risultato del lavoro dell’artista è comunque di grande libertà, sostenuto da pensieri profondi.               

 

Orari Sabato, domenica e festivi 16.00 / 20.00 – altri giorni su appuntamento telefonico al 3351227609