11 settembre – 3 ottobre 2010
TERRA ELETTRICA, sculture di Marco Giannini
a cura Karin Reisovà Chiono e Livio Girivetto
Areacreativa42 riapre una stagione ricca di grandi progetti, conferma d’impegno per Karin Reisovà e Livio Girivetto nel puntare solo su eventi d’arte di grande qualità. Dopo aver sbalordito il pubblico con la proposta dello scultore belga, Van de Put, che con il suo elefante in copertoni d’auto ha stregato ben diecimila visitatori ed ora casa Toesca riapre le porte con Marco Giannini torinese d’oc che ha preferito alle rive del Po’, i flutti dell’Egeo, e ritorna in Italia con una personale di sculture ironiche e curiose.
Non si può dire che l’opera di Marco Giannini sia una recente scoperta del mondo dell’arte, o il frutto di nuove strategie del mecenatismo, create a tavolino, Marco Giannini è una conferma, una conferma a tutti gli effetti, un frammento di cultura torinese che con saggezza e autonomia, non si è mai legato ai percorsi obbligati, del mercato dell’arte, preferendo già nei primi anni novanta, supportare con il suo sapiente modellato,
esperienza artistiche a dir poco alternative. Non solo scultore è da sottolineare, Marco Giannini, nel giugno del 1992, affianca Richi Ferrero, regista teatrale, di una Torino in fermento, con “Principi, Principesse, e principi di’incendio”, una delle prime rappresentazioni a pelo d’acqua che sul Po’ venivano proposte, ben prima di lanci automobilistici o feste lungo le sue rive. Poi due anni dopo Giannini è nuovamente coinvolto come autore delle forme scultoree che popolano l’installazione ” desire ethnic streetcar” , Tram urbano trasformato in spazio scenico, ed è di spazio scenico che la scultura di Marco Giannini si nutre, precursore di stimoli creativi tratti da performances live: tema oggi tanto caro ai più blasonati curatori d’arte contemporanea che vedono nella performance d’artista, la massima espressione del contemporaneo in arte.
Roba vecchia, direbbe Marco Giannini con la maturità di trent’anni di scultura, lascia che ad esprimere il proprio valore rimanga in assoluto “l’opera” donando all’ opera il vero valore artistico e non all’esibizionismo spesso sterile di un evento estemporaneo.
Nuova soglia, forse, o solo esperienza sulla ciclicità delle tendenze.