8 – 31 maggio 2009

UNA STORIA VERA DI FAVOLOSA FOLLIA
Il design di Diego Maria Gugliermetto
a cura di Karin Reisovà e Livio Girivetto

Erano i favolosi anni 70, chissà perché favolosi, forse perché eravamo più giovani, ed io mi trovavo dietro ad un banco di vendita. Vendevo la luce e la cosa mi piaceva da morire. Il contatto con i clienti, che spesso chiedevano consigli, mi piaceva, mi piaceva molto in modo particolare quando non chiedevano cose ovvie ma cose strane e anche un poco pazze. In fondo anche io sono un poco pazzo.Uno dei clienti preferiti faceva arredamenti strani e oggetti da fuori di testa. Che bello quando veniva da me e sulla mitica R4 vedevo queste strane cose, ideate da persone pazze, realizzate da uno più pazzo di loro e apprezzate da un incompetente in fatto di arte come me. Incompetente si, ma pur sempre pazzo come loro.
Ogni tanto veniva a comprare con un bambino al seguito, un bimbo molto vivace e curioso, toccava tutto e faceva un sacco di domande e, ad essere sincero, rompeva anche un po’. Ma, si sa, i bambini sono bambini e bisogna capirli e sopportarli. I bambini sono delle spugne e imparano molto di più dall’ambiente che dalla scuola, bisogna dargli retta anche perché sono il nostro futuro.
Gli anni passano e ogni tanto incontro quel bambino ormai cresciuto, una volta mi ha venduto un armadio che tutti credevano fosse una cabina doccia, in effetti sembrava una cabina doccia ma, credetemi, era proprio un armadio.
Passano altri anni, sempre favolosi, e il bambino ormai padre di famiglia ma sempre un po’ pazzerello cerca di crescere ed ha la triste idea di chiedere suggerimenti ad un vecchio amico che continua a giocare con la luce. Non lo avesse mai fatto, adesso sono in due, giocano con la luce e spesso divagano sul come fare a illuminare l’altra faccia della luna.
Siamo nel favoloso terzo millennio con una fantastica crisi economica in atto, fantastica perché piena di opportunità che aspettano solo di essere raccolte, e i due pazzerelli continuano a giocare. Il vecchio bambino intaglia nella schiuma delle forme fantastiche e il bambino vecchio cerca di sfruttare la curvatura spazio-temporale per far pervenire un raggio di luce sull’altra faccio della luna.
Ma i pazzi chi sono? Quelli che cercano, provano, tentano, fanno, inventano, vivono, sbagliano, ecc. Oppure quelli che si lasciano passare la vita vicino senza fare nulla per prenderla per le corna?
Non si tratta di un elogio alla follia ma di una sfacciata autocelebrazione.
Ciao, Diego .

Leonardo Zanino